Vorrei porre l’attenzione sul concetto di dolore, in particolare riferendomi al capitolo denominato “Chiudere la porta” dell’interessante libro “Zen quotidiano” scritto da Charlotte Joko Beck. Il dolore spesso viene concepito come qualcosa da evitare, assumendo così una connotazione estremamente negativa. In un certo senso è proprio da esso che possiamo trarre la forza necessaria al miglioramento e all’autoanalisi, indispensabile nell’acquisizione della consapevolezza di noi stessi. Il dolore, in sintesi, non dovrebbe essere qualcosa da cui fuggire o nascondersi, ma da vivere nella sua pienezza, così da poterne definire la funzione che è ben diversa da quella della sofferenza.
La libertà è strettamente connessa con il nostro rapporto con il dolore e la sofferenza. Vorrei riproporre una distinzione tra le due parole. Il “dolore” viene dall’esperire la vita così com’è, senza aggiunte né fronzoli. Possiamo anche chiamarla la “diretta esperienza della gioia”. La “sofferenza” è il tentativo di evitare, di fuggire l’esperienza diretta del dolore. La paura del dolore ci fa costruire una sovrastruttura egoica che pensiamo ci metta al riparo, e invece ci dà sofferenza. Libertà è disponibilità al rischio di essere vulnerabili, è apertura a tutto ciò che succede momento per momento, piacevole o doloroso. Ecco dove interviene la dedizione. Se sappiamo darci completamente, senza tentare di mettere niente in salvo e senza più volontà di evitare l’esperienza del momento presente, non c’è sofferenza. Se sperimentiamo totalmente il dolore, ecco la gioia.
Da un punto di vista più specifico Kenji Tokitsu scrive riguardo al dolore:
Quando ho smesso di colpire il makiwara*, ho cominciato a sentire un dolore vivo ai polsi, che è durato più di un anno. Poi il dolore è diminuito fino a cessare. Ho compreso più tardi che la circolazione del ki**, ostruita o frenata a causa di shock regolarmente subìti sui polsi, stava riprendendo; spesso questo processo si manifesta con un dolore. In quell’occasione, ho imparato che il dolore non è sempre una cosa negativa.
* Attrezzo comunemente impiegato sin dall’antichità nell’istruzione delle arti marziali.
**Energia “interna” del corpo umano.
<< Il dolore è l’unico strumento che abbiamo per sviluppare la nostra forza. Ricordatelo quando dovrete affrontare situazioni che vi procureranno dolore
BRUCE LEE
Testi di riferimento:
“Zen quotidiano. Amore e lavoro” di Charlotte Joko Beck.
“La ricerca del ki” di Kenji Tokitsu.
Immagine di copertina presa dal web.