Vi consiglio vivamente di leggere questo estratto. Non solo è utile perché estremamente attuale, ma raccoglie al suo interno concetti e tematiche di capitale importanza. Qui si parla delle fondamenta di un paese, della sua cultura e delle leggi che lo governano.
Come ho sempre detto e ribadito nelle mie POCHE ed OCCASIONALI conversazioni a riguardo (è molto difficile trovare un interlocutore che abbia la giusta apertura mentale per conversare su argomenti così importanti, senza che il dialogo si trasformi nel solito diverbio a trincea), l’uomo è il fondamento. Nella musica accade la stessa cosa. La nota fondamentale dell’accordo genera l’armonia o la disarmonia melodica. Tutto parte da questo, da principi etici e morali che smuovono la volontà e la risolutezza delle genti, del modo di fare quotidiano, del dialogo e dello scambio reciproco. Del vero coraggio, inteso come consapevolezza e ricerca del vero sé personale. Un popolo governato da persone che esprimono un inossidabile senso del dovere civico e morale, spinte da una caparbia ambizione rivolta alla conoscenza della propria interiorità ed identità culturale, è un popolo sano.
Ovviamente mi pare che vi è tutto meno che questo. La conseguenza è inevitabile: un popolo smarrito e senza radici, che fluttua navigando tra labirinti di mediocrità e retrograda ignoranza.
A proposito del sistema giuridico, le leggi devono essere numerose e severe?
I vari articoli di un sistema legislativo sono determinati a seconda del momento e del luogo, quindi è impossibile stabilire in modo dogmatico se sia meglio averne di più o di meno. Tra l’altro alcune questioni vanno trattate con severità, mentre altre è meglio affrontarle con clemenza, quindi non si può nemmeno decidere a priori se essere severi o clementi. La cosa migliore è limitarsi a seguire il ragionamento più adatto al momento, al luogo e alla situazione.
La legge punitiva ha inoltre una radice e dei rami. La radice del governo è l’illuminazione della mente e il comportamento etico del governante, definito il modello e lo specchio della nazione. Le varie clausole delle leggi sono i rami e le foglie del governo. Poiché le scelte del governante sono imitate da tutti, lungo l’intera scala gerarchica, se la sua mente è illuminata ed egli agisce in modo etico, le menti della popolazione diventano naturalmente buone, anche senza leggi. A maggior ragione, dunque, quando sia la radice sia i rami risultano autentici a appropriati, la nazione prospera e vive in eterno.
Governare solo con i rami senza la radice è chiamata amministrazione legalistica, e non è completa. L’amministrazione legalistica ha sempre un’abbondanza di regole rigide e severe. Il sistema penale del primo amministratore della Cina fu un modello di amministrazione legalistica. Più l’amministrazione legalistica è rigida, più alimenta la ribellione: se ne è avuto allora il primo esempio.
Il governo che include sia la radice sia i rami si fonda sull’ottimizzazione minimalista di adattabilità alle epoche. Governare la mente di persone ignoranti e illuse come quelle attuali* è paragonabile a rendere limpida dell’acqua torbida. Più la agiti, più si intorbidisce. Se smetti di agitarla e lasci che si depositi, le sostanza inquinanti scendono naturalmente sul fondo e l’acqua in superficie diventa limpida.
È importante capire la differenza tra un governo basato sull’uomo e un governo basato sulla legge. Il governo basato sull’uomo significa innanzi tutto correggere la propria mente e poi quella degli altri. È come il filo a piombo e la squadra del falegname che, se vengono messi nella giusta posizione, correggono la deformazione del legno.
Governo basato sulla legge significa cercare di correggere la mente degli altri senza che la propria sia retta. Come dice il proverbio, il governante dovrebbe essere la misura, il filo a piombo e il compasso; se la mente del governante è illuminata e il suo giudizio è corretto, le sue leggi hanno dei principi e quindi resistono inalterate. Se la mente del governante è ignorante, allora le questioni non vengono ben ponderate, quindi le sue leggi variano di volta in volta.
*È interessante notare in che termini si parli di “attualità”, quando colui che risponde alla domanda è Nakae Toju, vissuto nella prima metà del 1600.
Tratto da “La mente del samurai. Il codice del bushido” a cura di Thomas Cleary.