“Per coloro che sanno, il vuoto è l’unico principio su cui fondare la pratica e penetrare l’essenza del mondo, che è il nonsense.”
Nell’ultima parte del libro di Miyamoto Musashi si definisce la concezione del vuoto come chiave universale dell’anima, concepita non tanto in relazione al mistero dell’esistenza, ma intesa nel significato più stretto del “percorrere la via autentica”.
Mi concentro volutamente su termini così distanti e astrusi da tutto ciò che mi circonda ogni giorno. Parlare di vuoto e di via autentica nel contesto in cui vivo è impossibile, eppure trovo significativo contemplare questa terminologia e basare nel suo significato intrinseco gran parte della mia stabilità psicologica e caratteriale. L’universo dell’uomo è infinito, e se dovessi ascoltare i pareri della gente e metterli in atto sarebbe un vero disastro. Sento opinioni e giudizi discordanti che non si basano su di una radice di pensiero stabile e risoluta. Fluttuano e si perdono in futili improvvisazioni e attimi di istintività. Poi nel mettere in pratica tutto sfuma, e il tempo porta via anche l’ultimo dei granelli di sabbia rimasti. L’amicizia, l’amore, la speranza, l’etica personale, le proprie convinzioni morali, il buonsenso, la saggezza, tutto questo si perde. Ecco perché reputo importante saper percorrere la via autentica e cercare di cogliere nella vita il concetto di vuoto. Come dice lo stesso Musashi: <<Applicate la strategia con una mentalità ampia, e penetrate il vero nucleo della via>>.
La montagna è lì. Da quando sono nato è immobile e fiera, eppure mi sembra viva. Non parla, eppure mi sembra eloquente. Smussata dal vento nei secoli rimane se stessa, plasmata dall’esistenza. Cresce e si espande nell’infinità del tempo. Si sgretola lentamente e poi scompare. La montagna è lì, riesco ancora a vederla.
Federico Marcantoni
IL LIBRO DEL VUOTO
Illustro nel libro del vuoto la via strategica della corrente denominata <<Due spade: una scuola>>.
Il vuoto dimora dove non c’è alcuna forma o corpo (katachi). Non si può selezionare il vuoto e renderlo oggetto di conoscenza. Naturalmente, il vuoto non esiste in quanto vuoto. Conoscendo l’inesistente, si conosce il non esistente: questo è il vuoto.
Nel nostro tempo, la gente diffonde una convinzione erronea, considerando il vuoto come l’indistinto. Questo non è il vero vuoto, e tutte queste visioni sono soltanto l’espressione di una mente confusa.
Anche nella via della strategia, coloro che percorrono la via del guerriero ritengono che tutto ciò che non riescono a comprendere del loro modello e della loro arte non sia altro che il vuoto. In questo modo, facendo coincidere il vuoto con tutto ciò che non si afferra della propria tecnica si alimentano varie illusioni. Questo non è affatto il vuoto vero.
Un guerriero, per assicurarsi la conoscenza della via della strategia, deve imparare a fondo altre arti marziali, senza perdere di vista neanche per un attimo la pratica della via del guerriero. Con la mente non ottenebrata, dovete applicarvi ogni giorno e ogni ora, senza alcun cedimento o segno di pigrizia. Studiate i due aspetti della psiche: il cuore (i) e la mente (kokoro); raffinate lo sguardo nelle due direzioni: la contemplazione e la visione. Quando il cielo sarà del tutto chiaro, senza alcun offuscamento o la minima nube, conoscerete il vuoto vero.
Finché non avrete conosciuto la via autentica, non affidatevi né al buddhismo né al senso comune. Potreste pensare di aver già realizzato la via o che tutte le cose siano già perfette.
Invece, se osserviamo le cose secondo i princìpi generali del mondo, sempre validi nell’ottica della vera via, ci accorgeremo dell’esistenza di molti pregiudizi e parzialità, nonché di distorsioni effettive, che si discostano dalla vera via.
Voi, allora, cercate di conoscerne il nucleo (kokoro), e prendete come punto di riferimento fondamentale la realizzazione immediata della vera via. Applicate la strategia con una mentalità ampia, e penetrate il vero nucleo della via. Prefiggetevi di migliorare, grazie a una mentalità illuminata, giusta e comprensiva.
Cercate di considerare la via come il vuoto, e il vuoto come la via.
Nel vuoto non ci sono il bene e il male: c’è la saggezza, c’è il principio e c’è la vita. La mente è il vuoto.
Tratto da “Miyamoto Musashi. Il libro dei cinque anelli” a cura di Leonardo Vittorio Arena.