Condivido con voi alcuni versi del poeta giapponese Shinkichi Takahashi. Si può considerare come unico grande poeta Zen della moderna letteratura giapponese. Buona lettura!
Mare dell'oblio
Futuro, passato, il mare
dell'oblio,
mentre il presente è capovolto.
Il sole divide in due
il mare -
una metà è già imbottigliata.
Gambe allungate sulla spiaggia,
una donna sente
il granchio del ricordo
salirle strisciando sulle cosce.
Da qualche parte
il suo amante sta annegando.
Sporchi di sabbia, bagnandosi
nei sogni,
i giovani balzano l'un contro l'altro.
Eternità
Ghiaccio sulle grondaie, il passero si scioglie sulla mia testa
si è schiantato informe, nessuna traccia di cervello.
Lungo viaggio del passero. Ora fiori lungo la strada,
giovanette che stringono al petto spighe di grano.
(Una volta sola uno sparo indistinto fluisce verso le nubi).
Il passero sbattè le palpebre: alla deriva sul mare illuminato
[dalla luna,
una donna, gambe polipo braccia, ondeggia mordendo
i neri occhi. Nessun bisogno d'aggrapparsi, nessun confine,
profondità, superficialità - il sole si muove
attorno all'ombelico, le galassie fanno ruotare la spina dorsale.
La neve raggiunge i fianchi, le cosce sono dure dal gelo.
(Dolce come il pesce, com'è fresco il soffio della morte).
Pecora
Svegliandosi sull'erba, la pecora, la capra
stanno immobili - com'è bello non far nulla.
Il corvo fa la posta da un ramo morto.
La pecora potrebbe preoccuparsi meno - vita, morte
tutto si limita a dov'essa sta sdraiata
soffice calda lana. La capra bela,
le corna illuminate dal sole. Che c'è di meglio
del calore? La pecora è assorta, spartisce
il suo stupore con la capra, con il corvo.
Conchiglia
Nulla assolutamente nulla
è nato,
muore, la conchiglia ripete ancora
e ancora
dal profondo della sua cavità.
Il suo corpo
spazzato dalla marea - e allora?
Dorme
nella sabbia, asciugandosi al sole,
bagnandosi
sotto la luna. Nulla a che fare
con il mare
od altro. Ancora
e ancora
svanisce con l'onda.
Tratto da “Poesie Zen” a cura di Lucien Stryk e Takashi Ikemoto.