Mi sembra doveroso dare spazio a quella che viene considerata a tutti gli effetti forma d’arte, ovvero la fotografia. E lo faccio mostrandovi alcune delle foto che ho sviluppato in camera oscura. Per i cultori del genere la fotografia analogica ha un fascino particolare. L’uomo fotografo assume per così dire le sembianze dell’artigiano che crea nel suo laboratorio l’opera finita. I tempi dilatati, la tecnica e l’attitudine impiegate sono molto personali e creano una certa introspezione.
Accompagno il tutto da questo articolo che mi piace riproporre nel mio blog e che pubblicai tempo fa nel giornale L’Atipico. Buona lettura!
La critica ci spaccia per arte qualcosa che non ha niente di artistico. Cos’è l’arte se non l’esaltazione del bello, la forma d’espressività interiore che permette all’artista di condividere se stesso tramite un’ emozione, la stessa che prova una persona nel momento in cui viene folgorata, attratta, estasiata dal prodotto di una qualsivoglia forma artistica. Non sappiamo più cosa vuol dire arte. L’artista che si rintana in soffitta circondato da opere incompiute ed idee mai portate a termine. Un’ eremita misantropo in lotta con la sua ombra, con la società e con il sistema che tanto nutre, e allo stesso tempo tanto denigra. Scappa dalla realtà per rifugiarsi nella sua … e non è migliore. L’artista che esalta la bellezza. L’arte esprime quello che nel quotidiano è ritenuto banale e trasmette malessere. L’occhio dell’artista coglie il bello e la tecnica gli permette di esprimerlo nella sua pienezza.
“Non esiste un momento perfetto, siamo noi a renderlo tale”.
Cos’è quindi l’arte?
Ho concepito per anni tutto quanto come un modo per combattere me stesso ed espletare le mie frustrazioni… ho sbagliato tutto. Non ho mai capito realmente cosa vuol dire esprimersi tramite l’arte. Se arte è espressione del divino io ho fatto sempre i conti con il diavolo, e ciò che ho sempre percepito è oppressione e rabbia. Forse il confine è labile, ai miei occhi e al mio cuore tutto è uno e uno è tutto. Allora la bellezza non può esistere senza che il brutto ne prenda possesso (anche solo per un istante). Non può esistere la libertà senza aver prima mandato in frantumi le catene della prigionia. L’arte è riscoprire il bambino che è in noi, il cuore e l’anima. L’arte è passione. L’arte non esiste, l’artista non esiste, l’opera d’arte è un illusione. L’arte si crea e si distrugge ogni giorno nella quotidianità, quando rende perfetto ciò che è brutto. Nel momento in cui si riesce a percepire, sentire l’opera d’arte, questa diviene tale. Diventa sublime espressione, estasi emotiva, culmine di inebriante armonia. Una visione dantesca dell’inferno non senza un paradiso e un purgatorio a farvi da cornice naturale, in un magma cervellotico di nebbia e visioni offuscate. Come dentro una camera oscura vedo immagini capovolte dai colori sbiaditi e dai contorni poco definiti. Si è vero… non è bello, non esalta quello che vorremo vedere, quello che rapisce la nostra attenzione, neanche fossimo dentro una pubblicità, ma è vero, puro e va diritto al cuore. In quell’attimo un bambino socchiude la porta, entra silenzioso e con gli occhi della verità esclama senza indugio: << Questa!>> Questa è arte. Non vedi e non critichi ma percepisci, senti, assapori, plasmi te stesso con ciò che hai di fronte. Una fiamma che arde mossa dal vento è opera d’arte. Un fiore che sboccia lieve tra la pioggia di maggio è opera d’arte. La natura è ispirazione e arte, crea e distrugge, è dolce e soave, tremenda e intransigente, gelida e incandescente, è pura. Osservandola, cogliendone l’assoluta duplicità si percepisce l’eterno, il mistico, il tutto. L’uomo in armonia con l’universo. Arte, o forse delirio.

Photo © Federico Marcantoni